Sabato 21 aprile alle ore 17 presso il
Teatro Comunale di Urbisaglia si terrà una conferenza su Nicola
Gasparri (capitano medico) e Luigi Arnaldo Galanti
(tenente), cittadini di Urbisaglia, Medaglie d'Argento al Valor
Militare, morti nella Battaglia di Dogali il 26 Gennaio 1887 e
ricordati nelle lapidi affissa all'esterno del Loggiato "A.
Pantanetti" e in Piazza Garibaldi a Urbisaglia.
Alla conferenza, organizzata dal Comune
di Urbisaglia e dalla locale sezione dell'Associazione Nazionale
Combattenti e Reduci, interverrà Mario Salvitti (Segretario
A.N.C.R.). Interverranno inoltre il Sindaco di Urbisaglia Paolo
Francesco Giubileo, il Presidente dell' A.N.C.R. Feder. Prov.le
Macerata Albino Mataloni e il Presidente dell'A.N.C.R. Sezione di
Urbisaglia Pierino Mari.
Tutta la cittadinanza è invitata a
partecipare.
Le Battaglie di Saati e Dogali
Il 26 gennaio 1887, al confine tra
l’Etiopia e l’Eritrea, un battaglione di 500 soldati italiani
(tra i quali il tenente Luigi Arnaldo Galanti e il capitano medico
Gasparri, ambedue di Urbisaglia) venne attaccato e annientato da
circa 10.000 lance abissine. Il tristissimo evento colpì
profondamente il popolo italiano.
Nei giorni e nei mesi successivi alla
funesta notizia, in numerosissime chiese vennero celebrati riti
funebri e vennero pronunciate vibranti omelie e, in moltissime
località della penisola, le locali Amministrazioni Comunali
realizzarono, d’intesa con la cittadinanza, lapidi e altri
monumenti a ricordo di quella tragica battaglia.
Basti pensare che i “500 di Dogali”
vennero subito paragonati ai 300 Spartani guidata dal generale
Leonida che, al “Passo delle Termopili”, vennero decimati dal
poderoso esercito del condottiero persiano Serse.
Nel mese di giugno del 1887 si tenne a
Roma una imponente manifestazione e venne intitolata ai Caduti
di Dogali la piazza antistante alla Stazione Termini “Piazza dei
500” ed eretto un obelisco a loro futura memoria.
Il Governo dell’epoca, data la
massima importanza dell’evento, concesse, nel giro di pochissimi
giorni ben 500 Medaglie d’Argento a quei Caduti e una Medaglia
d’Oro al loro comandante: il ten. col. Tommaso De Cristoforis di
Casale Monferrato..
A tutto ciò deve aggiungersi che quei
soldati diedero rara e suprema prova di coraggio che catturò
l’attenzione di celebri pittori e ritrattisti dell’epoca.
Infatti, il capitano Gennaro Antonio
Tanturri, di Scanno (AQ) si trovava al forte di Monkullo quando, da
quel forte medesimo, partì la colonna mobile dei 500. Il giorno
dopo, Tanturri venne incaricato di prestare soccorso alla predetta
colonna mobile ma quando, dopo ore di faticosa marcia, giunse nei
pressi di Dogali, l’eccidio era ormai compiuto.
E’ rimasta celebre la frase che egli
scrisse nel suo doveroso rapporto ai superiori:” I MORTI DI DOGALI
ERANO CADUTI AL LORO POSTO COME FOSSERO ALLINEATI”
Era accaduto che quei giovani,
circondati da ogni parte da migliaia di abissini, senza più
munizioni e senza più alcuna speranza di salvare la vita,
presentarono le armi ai compagni morti sul campo, in segno di saluto
e di rispetto. Poi, inesorabilmente, vennero sopraffatti nella
mischia furibonda.